Empatia, fenomenologia e neuroscienze



E’ stato pubblicato un nuovo articolo su empatia, filosofia, psicopatologia e neuroscienze, alla cui redazione ha contribuito Crossing Dialogues. Il titolo è “Le molte facce dell’empatia, tra fenomenologia e neuroscienze”, e l’abstract è il seguente:
La definizione di empatia differisce a seconda del dominio da cui si orienta lo studio. Il concetto, introdotto in medicina e psicologia tra la fine del novecento e i primi anni del ventesimo secolo, è stato definito in modi diversi da filosofi e psicopatologi. Il paradigma neuroscientifico dell’empatia del dolore ci consente di identificare due componenti dell’empatia, una automatica, bottom-up, e l’altra più cognitiva, top-down. In questo contesto il ruolo dei neuroni specchio è centrale. L’empatia è influenzata dalla percezione dell’altro, dal senso di vicinanza emotiva, dal’appartenenza a un gruppo sociale e dal sesso, con le donne che sono più empatiche degli uomini. Le aree coinvolte sarebbero quelle della distinzione tra sé e gli altri (corteccia prefrontale dorsomediale e giunzione temporoparietale), l’insula anteriore e il giro cingolato anteriore. Le attivazioni che vengono osservate nel cervello consentono di comprendere meglio il fenomeno, ma non di trovare una definizione condivisa. Più che dare risposte, le neuroscienze rinviano alla filosofia nuove formidabili domande alle quali rispondere.
L’articolo è stato pubblicato sugli Archives of Psychiatry and Psychotherapy, 2013; 4 : 5-12. Si può scaricare gratuitamente dal link: http://www.archivespp.pl/uploads/images/2013_15_4/5Aragona_APP_4_2013.pdf

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