La Psichiatria Fenomenologica ha un Futuro? 3 settembre 2011



Nell'ambito della XIV Conferenza Internazionale di Filosofia e Psichiatria l'associazione Crossing Dialogues ha organizzato uno dei simposi piu' importanti, sia per affluenza di pubblico che per la rilevanza delle tematiche trattate.
Il simposio, dal titolo "La Psichiatria Fenomenologica ha un Futuro?", e' stato aperto da una relazione di Massimiliano Aragona sulle crisi ricorrenti in psicopatologia e sul futuro della fenomenologia in psicopatologia. Dopo aver illustrato che la fenomenologia viene introdotta da Karl Jaspers come reazione contro quei sistemi che, basati solo sulla neurologia, egli definiva "mitologie del cervello", e' stata analizzata la relazione tra la fenomenologia di Jaspers e Binswanger, con i problemi che sorgono in entrambi gli approcci.
E' stata quindi descritta l'attuale crisi della psicopatologia descrittiva (conseguente alla crisi del DSM). La conclusione e' stata che e' necessario un ritorno ad una fenomenologia che tenga conto che i sintomi sono costrutti che emergono tramite una donazione di senso, all'interno della relazione tra il paziente, lo psicopatologo e il contesto.
Nella seconda relazione Alfred Kraus, professore emerito all'Università di Heidelberg, ha illustrato la relazione tra comprendere jaspersiano e fenomenologia eidetica, analizzando in particolare la caratterizzazione jaspersiana del delirio. Ha ricordato le caratteristiche formali del delirio e le critiche che su questo sono state rivolte a Jaspers, in particolare al concetto di incomprensibilita' e incorreggibilita' del delirio.
Nonostante cio', il prof. Kraus ha illustrato in modo convincente che lo stesso Jaspers considerava queste caratteristiche come generali e superficiali, e che egli nella sua Psicopatologia Generale analizza in modo molto piu' approfondito l'aspetto essenziale del delirio, che si riscontra nell'esperienza delirante primaria della Wahnstimmung, in particolare nell'imposizione del significato nelle esperienze deliranti. Su questa base, la conclusione e' stata che Jaspers aveva a suo modo un approccio eidetico che non e' molto distante dalla fenomenologia psicopatologica tipica della Daseinsanalysis.
L'ultima relazione e' stata tenuta da German E. Berrios, professore emerito di epistemologia della psichiatria all'Universita' di Cambridge, il quale ha affrontato il tema della possibilita' o meno di rendere compatibili in un comune programma di ricerca la fenomenologia e la psichiatria biologica. Dopo aver illustrato la ricchezza e la complessita' epistemologica del concetto di compatibilita', il prof. Berrios ha distinto tra un modo stretto e uno ampio di definire sia la fenomenologia che la psichiatria biologica.
In senso stretto, la psichiatria biologica e' un progetto di ricerca riduzionista incompatibile con qualsiasi forma di fenomenologia. In senso ampio la psichiatria biologica puo' sostenere che vi sia una base neurobiologica delle patologie mentali, e che tuttavia su questa base emergano dei livelli non completamente riducibili al mero meccanismo. Intesa in questo senso ampio, la psichiatria biologica sarebbe compatibile con una fenomenologia. Pero' a questo livello non tutto e' compatibile, perche' la fenomenologia intesa in senso stretto (come ad es. nel progetto originale di Husserl) e' radicalmente alternativa. Intesa in senso ampio, invece, la fenomenologia sarebbe compatibile con una psicopatologia biologica intesa anch'essa in senso ampio, pero' il rischio e' di ridurla a mera psicopatologia descrittiva, perdendo cosi' la parte piu' interessante del contributo apportato alla psichiatria dalla psicopatologia fenomenologica europea.
La discussione e' stata molto viva, con una serie di domande sul ruolo della validita' nella ricerca fenomenologica, sulla necessita' di aggiornare la psicopatologia descrittiva e di liberalizzare il modo di far diagnosi in psichiatria, sulla questione se le teorie e i metodi di cura in psichiatria possano uniformarsi in un unico modello scientifico, oppure se il multiprospettivismo sia inevitabile e intrinseco alla psicopatologia.

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