Lo studio del vissuto soggettivo è un compito scientifico della psicopatologia

Abstract: Il dibattito sulla validità scientifica dei disturbi mentali e dei fenomeni psicopatologici viene considerato nel più ampio contesto della crisi paradigmatica che investe l’attuale psichiatria. L’autore commenta un lavoro di Stoyanov, Machamer e Schaffner apparso su questa stessa rivista. Vi è un accordo completo su due punti: a) in pratica le interviste cliniche, le interviste strutturate basate sul DSM e le scale psicometriche sono strumenti diversi ma che si sovrappongono, andando a esplorare lo stesso livello fenomenico; b) la psichiatria non è una scienza unitaria ma una attività dalle molte sfaccettature che si basa su diversi domini di conoscenza. Tuttavia, gli autori asseriscono che di conseguenza i fenomeni psicopatologici non sono abbastanza scientifici perché troppo soggettivi; questa affermazione viene qui messa in discussione. A livello epistemologico, viene mostrato che la soggettività è dappertutto visto che tutte le osservazioni scientifiche avvengono attraverso le lenti di una teoria e quindi non sono la pura descrizione di una realtà obiettiva e indipendente dall’osservatore. A livello psicopatologico viene mostrato che sia i sintomi che i disturbi mentali sono costrutti ermeneutici e che sin dall’origine Jaspers aveva introdotto in psicopatologia la fenomenologia come strumento scientifico idoneo a uno studio scientifico dell’esperienza soggettiva.
In conclusione si suggerisce che la psicopatologia fenomenologica necessita di rinnovarsi per poter dare risposte ai bisogni della scienza di oggi, ma che la psicopatologia non può funzionare senza la consapevolezza che le sue descrizioni scientifiche sono sempre fondate su un’attività semiotica.
L’intero articolo è scaricabile da: http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1365-2753.2011.01794.x/full

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